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Afflizione del giardiniere dilettante e dell’ortolano della domenica, è certamente l’erba più comune e la presenza più vivace e resistente in ogni spazio verde. La sua caparbietà e robustezza, più di ogni altra erba infestante, ne facevano nome da dare a ladri e briganti che terrorizzavano le contrade come questa terrorizzava i coltivatori. Il motivo c’era: la gramigna andava estirpata a mano non essendovi in passato prodotti diserbanti capaci di batterla. Lavoro lento e faticoso, che toglieva il tempo all’attività produttiva. Nel mio giardino la lascio convivere con le altre erbette, ma nell’orto è ridondante e per tenerla a bada devo passare ore massacranti ad estirparla almeno a primavera. Poi godo il frutto del lavoro raccogliendo i grossi rizomi per farne decotti.

Perle:

Il Dente canino (o Gramigna) può essere considerato una delle piante diuretiche e depurative per eccellenza. Il suo uso risale a tempi remotissimi ed era basato sull’osservazione dell’impiego istintivo che ne viene fatto dagli animali domestici. Il Dente canino è utile non solo per promuovere l’escrezione di urina, e quindi l’eliminazione di acqua nei tessuti, ma per combattere le infiammazioni del rene, dell’intestino e del fegato. (Le Erbe – Fabbri Editori, Milano 1993)

…Per dargli più sapore, si può aggiungere all’infuso o al decotto di gramigna un po’ di liquirizia o di scorza di limone. Raccomando perciò questa bevanda in tutti i casi di malattie del fegato e della vescica: itterizia, calcoli biliari, ulcere della vescica, coliche nefritiche… e anche per la cellulite e la gotta e tutte le ritenzioni d’acqua. (Ha ragione la NaturaMaurice Mességué – Oscar Manuali Mondadori 1989)

Per curare la colite, la gastroenterite e i bruciori di stomaco, la nonna mette g. 100 di gramigna in tre litri d’acqua e la lascia al fuoco fin quando si riduce a un litro. Si ottiene un decotto che oltre ad essere molto efficace per i disturbi sopra indicati, è di gradevole sapore. (Le Cure della Nonna – Arnoldo Mondatori Editore, Milano 1990)

Gli animali, per istinto, usufruiscono dei benefici di quest’erba [gramigna]. I bovi se ne cibano in primavera, liberando così il fegato dalle impurità accumulate durante l’inverno con l’alimentazione a base di fieno e di altre sostanze secche e polverose. I cani e i gatti la cercano riconoscendola e scegliendola fra le molte altre erbe fra cui si trova e la mangiano in ogni stagione per curarsi quando si sentono male. (Piante medicinali italiane – Ida Frattola – Angelo Signorelli Editore, Roma 1977)

Gramigna: Proprietà terapeutiche. Nella medicina domestica o anche nella fitoterapia è considerata una delle piante migliori per la sua efficacia e utilità. È un diuretico efficacissimo, depurativo del sangue, colagogo (favorisce il deflusso della bile). Viene quindi usata nelle affezioni delle vie urinarie nonché della litiasi (calcolosi) urinaria e biliare, nelle oligurie (diminuzione dell’urina), nelle artriti e nelle affezioni reumatiche. Viene, ancora, tenuta in alta considerazione per la sua azione epatoprotettrice, dolce ma costante. (Fiori e piante medicinali – Aldo Poletti – Il Mandarino Editore, Caselle Torinese 1996)

I rizomi freschi [della gramigna] sono commestibili e sono stati usati, dopo essiccazione e macerazione, mescolati al frumento per fabbricare pane in periodo di carestia. Tritati e arrostiti, i suoi fusti sotterranei possono servire anche a fabbricare un surrogato del caffè. Lo zucchero che contengono spiega come siano stati trasformati in alcol, pare di eccellente qualità, e che si possa impiegarli per produrre una birra gradevole, economica e salubre… (Il libro delle erbe – Pierre Lieutaghi – Rizzoli Editore, Milano 1974)

La ricetta :

Decotto di gramigna. Si frantumano g. 30 di radici, si mettono a macerare qualche ora per eliminare il principio acre, si aggiungono: liquirizia radici g. 5, orzo g. 5, acqua g. 1200, si fa bollire fino a ridurre a g. 1000, indi si filtra. Dosi: due tazze al giorno. Negli stai infiammatori dell’apparato gastro-enterico e dell’apparato genito-urinario. (Piante medicinali dal vero – Vincenzo Chiappini – Editrice Saturnia, Trento 1981)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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